Come tornare alla vera dieta mediterranea, facendo un passo indietro per avere un organismo forte oggi
Come bilanciare un piano alimentare, lavorando sulla qualità e l’integrità dell’alimento, creando colore nel piatto, vediamo insieme come?
“Fa che il Cibo sia la tua Medicina e che la Medicina sia il tuo Cibo” Ippocrate
In questo momento storico di pesantezza generale, ma al contempo di profonda trasformazione, ritengo che l’alimentazione sia il centro focale da cui partire per il raggiungimento del proprio equilibrio e benessere. Un’alimentazione bilanciata e naturale è importante che siano le nostre fondamenta. Ognuno di noi è composto da tante sfaccettature: ha ritmi di vita, emozioni, gusti e volontà differenti. Questo è il punto di partenza nella creazione di un piano alimentare necessariamente personalizzato e improntato sull’ascolto delle esigenze e storie di vita personali. Essendo la vita di per sé frenetica e complicata nell’organizzazione, è importante studiare ogni singola situazione con la massima cura, dedicando tutto il tempo necessario a realizzare un lavoro costruito “su misura”.
Altri punto fondamentale è trasmettere l’importanza di un’alimentazione sana e nutriente, da sperimentare con un approccio di fiducia ed entusiasmo in ciò che si fa. L’approccio e la motivazione con il quale si dà inizio ad un percorso di cambiamento di stile di vita (in questo caso alimentare) costituisce di per sè il 40/50% di risposta efficace nella “terapia”.
La medicina tradizionale cinese ci insegna un bellissimo concetto: “quando un paziente ha bisogno di un aiuto è come se ti affidasse in cura il suo universo interiore”
Cosa significa?
Significa che il paziente è sacro ed in quanto tale, l’approccio del terapeuta deve necessariamente essere gentile e rispettoso, e deve tenere presente costantemente il suo ruolo in quel momento di aiutante compassionevole ed attento.
E’ altresì fondamentale che qualsiasi terapista che si occupi di alimentazione, lavori costantemente anche per la propria evoluzione e rinnovamento.
Cosa si intende per alimentazione sana?
Innanzitutto significa alimentarsi in modo consapevole ed iniziare a concentrarsi sulla qualità di quello che si introduce all’interno del corpo, sull’integrità dell’alimento e su come viene bilanciato all’interno del pasto.
Il problema attuale in campo di alimentazione non è più la reperibilità, ma la raffinazione dell’alimento: gli alimenti raffinati creano tossine all’interno dell’organismo, comportando un aumento del carico glicemico e, a lungo andare, possono favorire una condizione di infiammazione cronica.
Ingolfando i nostri emuntori (organi addetti allo scarico delle tossine), è come se “bloccassimo” l’organismo. Quando parlo di integrità dell’alimento, non mi riferisco alla dicitura “biologico”, o almeno non solo, ma parlo di tornare a consumare alimenti vivi e nutrienti.
Andiamo a vedere le linee generali nel dettaglio:
E’ fondamentale consumare alimenti di ottima qualità, soprattutto per quanto riguarda i cereali integrali ed il the verde. Non tutti gli alimenti di questo tipo, nonostante possano apparire “salutari”, lo sono automaticamente. E’ bene in questi casi accertarsi della provenienza del prodotto ed evitare le produzioni di massa. L’alimento di qualità fa realmente la differenza per la nostra salute; purtroppo oggigiorno abbondano prodotti “finti integrali” e orientarsi in questo panorama non è sempre facile.
In secondo luogo è importante non vietare o eliminare intere categorie di alimenti, ma è importante dare alternative, fornire più varianti possibili in accordo anche ai gusti e alle preferenze di ognuno.
Per esempio, è inutile eliminare le farine raffinate, senza indicare e spiegare nel dettaglio le alternative migliori, che spesso e volentieri sono più numerose di quello che ci si potrebbe aspettare.
E’ altresì importante rispettare i gusti di tutti: a molti l’integrale può non piacere, soprattutto magari ai più piccoli, cerchiamo allora di trovare delle alternative che possano appagarli e nutrirli allo stesso tempo nel modo migliore.
La persona che si trova a cambiare stile alimentare si troverà in tal modo supportata e ascoltata, non vivrà il piano alimentare quindi come una restrizione, ma come un nutrimento profondo.
I grani migliori sono quelli della nostra tradizione, realmente integri e originali, non raffinati e più nutrienti.
Ecco una piccola lista:
Farro, Orzo mondo, Cereali antichi, Senatore cappelli, Timilia, Farina di tipo 2, Segale, Frumento Integrale, Canapa, Miglio, Quinoa, Avena, Teff, Amaranto, Grano saraceno, Riso integrale/basmati/venere/rosso.
Non è sicuramente esaustiva, ma consente già di trovare varie alternative che rispecchino i propri gusti. L’alimentazione va vissuta, compresa, sperimentata e soprattutto alla base di tutto ci deve essere entusiasmo verso il mondo a cui si stiamo approcciando.
Riporto di seguito alcune domande frequenti che mi vengono poste per chiarire alcuni concetti importanti:
E’ vero che la carne è acidificante?
La pasta si può mangiare la sera?
La frutta fa bene?
Le uova alzano il colesterolo?
E molte altre.
La realtà è che non c’è una risposta univoca e corretta, ma dipende da caso caso.
Partiamo per esempio dalle uova: gli ultimi studi dimostrano come un’alimentazione bilanciata e ricca di grassi “buoni” vada ad abbassare il colesterolo endogeno, ovviamente questo dipenderà soprattutto dalla qualità delle uova che acquistiamo ed anche da come verranno cucinate.
Nel caso delle uova, ci sono diverse diciture (0 - 1 - 2 - 3), le più corrette da assumere da un punto di vista nutrizionale sono quelle identificate con il numero 0, poiché garantiscono che le galline abbiano la libertà di stare all’aria aperta e di alimentarsi con mangimi biologici privi di antibiotici o anti-nutrizionali vari.
L’importanza, come prima anticipato, sta anche nella modalità di cottura.
Non tratterò il discorso etico alimentare dato che è un argomento vasto che preferisco affrontare con la singola persona, rispettando e integrando ogni singolo punto di vista con il confronto diretto.
Infine, il primissimo punto di partenza è partire dalle cose semplici, cercare di rispettare poche (ma buone) linee guida ed approcciarsi pian piano al cambiamento interiore e esteriore.
Ricordatevi che è sempre meglio creare abitudini semplici ma costanti nel tempo, piuttosto che partire da privazioni severe e impostazioni troppo rigide, impossibili - alla lunga - da mantenere.
Piccole iniziali regole per partire:
Inserire grassi “buoni” come uova, pesce, avocado, frutta secca (mandorle, noci, anacardi), parmigiano, olive
Modificare la qualità di pane, pasta e pizza (eliminando le tipologie 00 - 0 - 1) prediligendo quelle semintegrali/integrali o pseudo carboidrati come indicato sopra
Inserire un tè verde giapponese ai pasti (questo è un macro-argomento, trattato in articoli precedenti)
Mangiare verdura cruda prima dei pasti o miso di orzo (un cucchiaino sciolto, fuori cottura, in una tazza di acqua calda).
Iniziare a cucinare i legumi con le ricette del passato, non scordando l’importanza di un corretto ammollo
Eliminare zuccheri raffinati e sale raffinato
Abbassare la quantità di latticini assunti (da preferire parmigiano e ricotta di capra)
Iniziare a capire che uova comprare ( è fondamentale che il codice di classificazione sia 0) e come cucinarle.
Queste piccole regole, se comprese e rispettate, possono già di per sè abbassare considerevolmente l’infiammazione e riportare un equilibrio di sottofondo.
“Un viaggio di mille miglia inizia sempre con il primo passo”
(Lao Tzu)
Sperimenta, vivi, e sii curioso portando l’entusiasmo in ogni nuovo giorno
Mattia Milani
Naturopata
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